Dottor Giovanni Brunelli

Specialista in Chirurgia Plastica, Ricostruttiva ed Estetica

Brescia e Bergamo

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Carbossiterapia e psoriasi

Carbossiterapia e psoriasi

La psoriasi è una malattia infiammatoria cutanea cronica, a carattere cronico e recidivante, non contagiosa.
Le origini della malattia non sono ancora note con certezza, ma probabilmente su base genetica, autoimmune ed ambientale.
Può colpire varie parti del corpo con gravità variabile. Di solito le localizzazioni più frequenti riguardano i gomiti, le ginocchia, il cuoio capelluto, mani e piedi, il dorso ed i genitali. La gravità può essere valutata con l’indice PASI.
La psoriasi ha un forte effetto negativo sui pazienti che ne soffrono; la qualità di vita è fortemente diminuita a causa degli impedimenti fisici e psicologici.
Esistono vari tipi di trattamento, sostanzialmente a base di creme (acido acetilsalicilico, catrame, urea, cortisone) e di terapia con raggi UV (fototerapia); non è questa la sede adatta per descrivere le varie possibilità terapeutiche, che il lettore potrà facilmente trovare in altri siti web, oppure presso i più indicati colleghi dermatologi.
La carbossiterapia si affianca alle classiche terapie come adiuvante; la psoriasi è associata ad una sofferenza microangiopatica dei vasi, con riduzione dell’apporto sanguigno e dell’ossigenazione tissutale.
Le infiltrazioni di CO2 provocano un importante aumento della vascolarizzazione attraverso un meccanismo di falsa angiogenesi (Curri), con conseguente miglioramento dell’apporto di ossigeno.
Dev’essere ben chiaro che la carbossiterapia NON PUO’ GUARIRE la psoriasi.
Può, tuttavia, fornire un valido aiuto per la diminuzione delle placche delle zone interessate, che diventano più lisce, meno squamose e – quindi – molto meno visibili.
Il numero delle sedute necessarie è abbastanza elevato e non prevedibile a priori ma, data la mancanza di effetti collaterali e l’innocuità del trattamento, la carbossiterapia può essere proposta senza particolari problemi nel trattamento della psoriasi.

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