Mastoplastica additiva e tumori della mammella
Il rapporto etiologico (causa/effetto) fra le protesi mammarie e i tumori è stato ormai definitivamente escluso, dato che è dimostrato da molti studi che la frequenza di questa patologia non aumenta nelle pazienti operate al seno ma, anzi, secondo alcune statistiche diminuisce.
Le protesi mammarie sono state quindi completamente riabilitate dopo un periodo di osservazione e di studio.
Negli Stati Uniti una donna su sette corre il rischio di ammalarsi di tumore al seno, e questa probabilità vale naturalmente anche per le pazienti sottoposte a mastoplastica additiva.
Negli ultimi anni, di conseguenza, si è verificato un crescente interesse circa i possibili effetti negativi delle protesi sulla diagnosi e sul trattamento dei tumori mammari, poiché numerose pubblicazioni hanno riferito i vari modi in cui gli impianti potrebbero impedire la corretta esecuzione degli esami mammografici, alterandone la capacità di rilevare la presenza di masse sospette.
Secondo un recente studio americano, basato sulla revisione critica di circa 4000 casi, le pazienti operate di mastoplastica additiva avrebbero una frequenza maggiore di lesioni palpabili, mentre non ci sarebbe alcuna differenza significativa, al momento della diagnosi, riguardo allo stadio del tumore, la sua grandezza, il tasso di recidiva e la sopravvivenza nelle pazienti operate e in quelle non operate.
La maggior frequenza di lesioni palpabili sarebbe dovuta al fatto che le protesi rendono i noduli più superficiali e, di conseguenza, vengono più facilmente notati dalle pazienti.
Ciò è molto importante, poiché il cancro della mammella occulto, rappresentato da noduli troppo piccoli per essere palpati ma visibili alla mammografia, ha una percentuale di guarigione molto alta. Per questo motivo si consiglia l’esecuzione della mammografia una volta l’anno nelle pazienti sopra i 40 anni.
In conclusione, se è vero che le protesi possono rendere più difficile il riconoscimento di tumori allo stadio iniziale a causa dell’interferenza con l’esame mammografico, è altrettanto vero che le stesse protesi rendono le piccole lesioni più facilmente e più precocemente palpabili; questo sembrerebbe pareggiare i conti.
Nei casi dubbi le lesioni andrebbero indagate anche con ecografia o con risonanza magnetica nucleare.