Complicanze dei fillers permanenti
L’aumento dei tessuti molli con materiali iniettabili rappresenta ancora una sfida per i chirurghi plastici, sempre alla ricerca di materiali affidabili e duraturi.
Negli ultimi 20 anni, il polimetilmetacrilato è stato utilizzato come filler permanente per aumento dei tessuti molli. Sintetizzato per la prima volta nel 1902, venne brevettato come “Plexiglas” nel 1928 e per molti anni venne utilizzato principalmente in ortopedia come sorta di cemento osseo.
Un recente studio brasiliano prende in considerazione le complicanze del polimetilmetacrilato, che viene prodotto e commercializzato nel mondo da varie industri e sotto nomi diversi.
Solitamente il metacrilato viene associato a collagene, ma possono essere presenti anche altre sostanze, che in seguito vengono metabolizzate dall’organismo. Il risultato a lungo termine viene mantenuto da una reazione da corpo estraneo dell’organismo nei confronti della sostanza non riassorbibile.
Le complicanze sono divise in 5 grandi gruppi, e cioè:
. necrosi tissutale
. formazione di granulomi
. reazioni infiammatorie croniche
. reazioni infiammatorie croniche nelle labbra
. infezioni
Le infiltrazioni erano state effettuate sia da chirurghi plastici certificati, sia da altri medici non specialisti in chirurgia plastica.
Nel primo gruppo, quello delle necrosi tissutali, si trattava di infiltrazioni per la correzione del naso, dei solchi naso-genieni o per l’aumento volumetrico del pene. In questi casi la necrosi è stata sempre praticamente immediata. Le conseguenze di queste necrosi sono spesso state disastrose, con evidenti esiti cicatriziali e notevole danno estetico.
Il secondo gruppo riguarda soprattutto correzioni dei solchi naso-genieni ed aumento volumetrico dei glutei. Qui le reazioni granulomatose hanno sempre richiesto qualche mese per svilupparsi, tranne che in un caso. I pazienti lamentavano noduli palpabili, talvolta visibili, e dolore.
Nel terzo gruppo si evidenziavano gonfiori, arrossamenti e granulomi in diverse aree del viso, con esordio anche a distanza di anni (anche fino a 10) dopo l’impianto.
Anche le pazienti del quarto gruppo, quello delle labbra, presentava importanti complicazioni come durezza, gonfiore, dolore e noduli, con esordio anche dopo anni dall’aumento volumetrico.
Nel quinto gruppo, quello delle infezioni, si trattava solitamente di propagazione di batteri causanti acne nei tessuti profondi.
Inutile dire che, anche se raramente, le infiltrazioni di fillers permanenti contenenti metacrilati possono dare origine a complicanze con esiti permanenti ed estremamente difficili – se non impossibili – da trattare.
È consigliabile utilizzare prodotti riassorbibili che, anche se richiedono infiltrazioni seriate, sono estremamente affidabili, prevedibili e sicuri.